Ormoni spaziali
Ricordo ancora l’espressione, a metà fra il divertito e l’imbarazzato, della nostra guida. “Qui è successo un pasticcio” ha raccontato. “Un astronauta russo ha assalito una collega canadese con intenti sessuali”. Davanti a noi, nella città delle stelle vicino a Mosca, c’era il modulo spaziale che vedete nella foto.
Li dentro, stile grande fratello spaziale, vennero rinchiusi per 240 giorni, in un esperimento ormai da manuale, astronauti di varie nazioni. Un modo per testare le dinamiche di gruppo in un ambiente ristretto, in vista dei viaggi spaziali. Il risultato fu il primo esempio di sexual harassment cosmico. Il bello è che non si trattava di bavosi capufficio ma di un professionista plurilaureato, selezionato attraversi rigidi test psicologici. Questi sono gli scherzi della psiche umana in condizioni estreme.
Ricordo altresì qualche collega giornalista che sbavava alla vista degli atletici astronauti che si allenavano nel centro spaziale russo.
Dopo le vicende di Lisa Nowak (vedi post precedente) ora anche gli americani, notoriamente restii ad affrontare l’argomento sesso, hanno capito l’esplosività della miscela: spazio ristretto+giovani in forma+ormoni e la NASA ha istituito una commissione di esperti per studiare il problema del sesso spaziale, che si presenterà inevitabilmente quando si deciderà di inviare equipaggi per lunghe missioni. Meglio tardi che mai.
foto: Pistuà