Liberiamo la ricerca
Pubblico volentieri l’appello che circola per email di tre ricercatori. E’ una vicenda interessante anche se – devo dire- non condivido del tutto l’appello.
Per i miei commenti sulla vicenda, leggete questo post.
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Cari amici e colleghi,
il conferimento del premio Nobel per la Medicina a a Mario Capecchi ( solo
virtualmente italiano perchè in effetti emigrato negli USA all’età di dieci
anni) ha messo in evidenza due atteggiamenti della stampa italiana di cui
dovremmo tenere conto:
1. innanzitutto la voglia della stampa italiana di scrivere e di
pubblicare notizie positive sulla ricerca italiana (anche se in questo caso
ha costruito ” artificialmente ” un ricercatore italiano)
2. in secondo luogo la voglia dei giornalisti di riscoprire le radici
culturali-scientifiche della ricerca italiana: è infatti vero che Mario
Capecchi ha fatto il suo Ph.D. con Jim Watson, che a sua volta era allievo
di Salvador Luria, premio Nobel e allievo a sua volta di Giuseppe Levi, il
più grande ricercatore nel campo della Biologia e della Medicina fra le due
guerre. Levi, padre di Natalia Ginzburg autrice di “Lessico familiare” ,
era anche il maestro dei premi Nobel Renato Dulbecco e Rita Levi
Montalcini. Tutti questi premi Nobel venivano fuori dalla scuola di Torino e
l’italianità di Capecchi sta tutta qui.
Visto che la stampa italiana vuole delle storie in positivo sulla ricerca
italiana, perchè non iniziamo noi a raccontare ai nostri concittadini
quello che facciamo, a raccontare cioè le storie vere della ricerca italiana
(le nostre) ed a fornire i dati reali della situazione ?
Diciamo questo perchè a seguito del “battage” mediatico sul Premio Nobel a
Capecchi uno di noi (G.R.) è intervenuto […] (mercoledì 10 ottobre)
a Prima Pagina (giornalista di turno Marcello Sorgi della Stampa) chiedendo
perchè i media non si interessano di più ai problemi della ricerca italiana
finanziata dal pubblico (carenza di fondi, sistema di distribuzione mai
basato sul merito, ecc.) sfruttando appunto l’onda di interesse creata
dall’assegnazione del premio Nobel a Capecchi. Risposta di Sorgi, che non è
un pivello: i ricercatori in Italia sono troppi (sic !) e quindi i fondi
pubblici divisi egualmente per tutti questi ricercatori diventano
necessariamente insufficienti. Siamo rimasti allibiti, ma non è stato
possibile replicare perchè non c’era più l’audio.
Dovremmo da domattina giovedì 11 ottobre riprendere l’argomento con Marcello
Sorgi spiegandogli che si è sbagliato (e di molto…) Proponiamo allora a
tutti voi, come prima nostra iniziativa comune di inondare di telefonate
Prima Pagina proprio ad iniziare da domattina con argomenti e dimostrazioni
specifiche che quello che ha detto Sorgi è completamente errato. Se un
giornalista come Sorgi che ha diretto per anni la Stampa commette errori
così grossolani, vuol dire che c’è moltissimo lavoro da fare per tutti noi
per informare correttamente i nostri concittadini. Non siamo troppi e quello
che facciamo è estremamente importante per il Paese !
Coraggio, iniziamo sin d’ora a liberare la ricerca italiana dalla cattiva
informazione.
[…]
Alfredo Coppa (Roma-La Sapienza)
Patrizio Dimitri (Roma-La Sapienza)
Giovanni Romeo (Bologna)