La meritocrazia: un sogno lontano
Mentre con una certa desolazione assito all’ennesimo pianto delle termiti della ricerca, che tirano la giacchetta al presidente Napolitano e riempiono le pagine della cronaca con grandi discorsi sulla necessità di più soldi per la ricerca (senza però dire che non sono mai stati in grado di garantire un minimo di meritocrazia nei loro atenei e enti di ricerca ) mi consolo leggendo un raro commento sensato sull’argomento.
Riccardo Viale (sul Sole 24 Ore di oggi) è uno dei pochi che leggo criticare il governo non solo per gli scarsi finanziamenti alla ricerca ma soprattutto perchè ” non sta incidendo significativamente, in senso meritocratico, sulle regole dell’organizzazione didattica e scientifica dell’università“. L’attenzione lillipuziana che l’esecutivo di Prodi dedica di fatto alla meritocrazia la si evince dalla promessa del governo di una prossima “infornata” (cioè l’assunzione senza concorso di 300mila unità di personale precario nella pubblica amministrazione e nella scuola). “Questa gigantesca sanatoria, senz’altro motivata dalle migliori finalità di tipo sociale, non farà che ridurre, ulteriormente, il livello di professionalità presente nella pubblica amministrazione e creare aspettative perverse ai giovani impegnati a orientarsi nelle scelte per il proprio futuro di lavoro” scrive Viale.
Potremmo aggiungere che le infornate sono il modo migliore per guadagnare facili consensi. Allo stesso tempo il modo peggiore per favorire lo sviluppo. Pistuà