Il ghosting è il sistema più efficace per disinnescare gli esperti da talk show. Il decalogo.
Continuo ad assistere alquanto sconsolato alle piazzate social che vedono da una parte valenti ricercatori e/o bravi giornalisti scientifici, gente che si spende per informare con competenza ed efficacia, e dall’altra un noto manipolo di Virologi da talk show, che per brevità chiameremo Palloni Gonfiati Pandemici, medici ed accademici che imperversano su tutti i canali con sparate sempre più spettacolari, venerati con fanatismo sui social e considerati perfino come fonti affidabili da una parte consistente della stampa generalista.
Se mi seguite, i primi già li conoscete, così come dovreste avere imparato a riconoscere i Palloni Gonfiati. Dato però che queste litigate – che vi risparmio nei dettagli- sono ormai un genere letterario a sé, mi sono permesso di raggruppare in questa mini-guida qualche appunto sparso di strategia comunicativa (cosa che faccio per lavoro da 23 anni) a beneficio dei primi.
1) I Palloni Gonfiati Pandemici prosperano nella polemica social e mediatica. La loro strategia di comunicazione, mutuata dai politici demagoghi e ciarlatani (gli stessi che si vantano di contrastare), si basa sul conflitto, l’assertività, l’escalation polemica e l’atmosfera circense da talk show. Ogni volta che rispondete ad un loro tweet, ogni volta che li ricondividete o mettete un loro screenshot anche solo per sputtanarli, in realtà li fate vivere e propagate i loro memi tossici anche a chi non li segue e non li vedrebbe mai.
2) Un aspetto fondamentale in comunicazione pubblica è l’agenda-setting, e cioè chi decide l’argomento della conversazione. Non fosse altro perché il tempo e lo spazio per le conversazioni sono limitati. Quando rispondete alle sparate continue di certi fenomeni sono loro a dettare l’agenda. Il vostro tempo, i vostri sforzi e l’attenzione di chi vi segue sono dirottati verso i temi e i tagli comunicativi e nei modi, tempi e toni che convengono a loro. Non state facendo la vostra comunicazione, ma partecipando a quella di altri. I post divisivi e le asserzioni assurde non sono un tic di certi politici – e probabilmente neanche di certi scienziati da social- ma una forma efficace di agenda setting. Andando dietro, fate il loro gioco.
3) Se pensate che queste considerazioni siano teoriche o troppo raffinate per le vostre “controparti”, o che voi prevarrete grazie ad una statura intellettuale o morale superiore, significa che loro sono più furbi di voi e che non avete l’esperienza minima di comunicazione per entrare nell’agone pubblico. Neanche da spettatori. Rivalutate.
4) Il modo più efficace e sperimentato per togliere ossigeno a quei personaggi è il ghosting. Ignorarli. Silenziarli nei vostri feed social, silenziare quelli che li condividono. Non guardare le trasmissioni dove sono ospiti. Se per caso siete invitati a programmi o eventi, chiedere la lista degli altri ospiti e non condividere il palco con loro (il consiglio generale è comunque quello di non andare MAI nei talk show a prescindere). Evitare assolutamente di rispondere loro direttamente o intervenire nei loro canali (anche perché non li dovete seguire). In questo modo si abbassa l’Rt dei memi tossici e ci si concentra sulla propria agenda. Nei miei feed certi personaggi non compaiono mai, se non perché ricondivisi da altri, che in genere silenzio a loro volta per abbassare il rumore di fondo.
5) Forse penserete che questo sia sbagliato perché è un vostro dovere civico evitare che girino le informazioni errate e potenzialmente pericolose. La realtà è che non potete impedire che i memi di altri si diffondano tra quelli che li seguono. Una certa quota di pubblico (anche consistente) è semplicemente refrattario al ragionamento logico e va dietro alla prima persona assertiva che gli dice quello che vorrebbe sentire (v. “target” più avanti). Non potete farci niente. Meglio concentrarsi sulla propria agenda comunicativa, e diffondere messaggi corretti al proprio pubblico, cercando magari di fare crescere la propria piattaforma comunicativa. Se una fonte è smaccatamente inaffidabile si ignora, non si controbatte sistematicamente.
6) La comunicazione funziona per target. I vostri colleghi Palloni Gonfiati Pandemici hanno un target generalista, puntano alla massa. La loro comunicazione non è rivolta ad un target interessato alla scienza o alla complessità. Hanno agende di interesse personale, economico e talora politico – su cui magari torneremo ad approfondire. Praticano sovente il bullismo. Battono su un pubblico che probabilmente non è il vostro e su cui difficilmente avrete presa con i vostri (corretti) ragionamenti. I loro argomenti, lo vediamo sono spesso slogan senza alcuna coerenza nel tempo: proprio come il modo di pensare del loro target, la cui memoria storica è di poche ore, e la cui soglia di attenzione non supera qualche secondo. Le loro asserzioni sono spesso demagogiche e puntano a dire esattamente quello che il loro pubblico vorrebbe sentirsi dire in quel momento. A meno di diventare come loro, non avrete mai presa efficace su quel pubblico. Il vostro target, probabilmente è diverso e non avete bisogno di polemizzare con altri per intrattenerlo.
7) La polemica social, specialmente su Twitter, ricalca le dinamiche perverse dei talk show, che sono un genere di intrattenimento e non di informazione. Il pubblico che segue questi scambi anche tra scienziati, è lì per vedere il sangue. Se il vostro obiettivo è stare in un ring con il pubblico che sbava, allora siete apposto. L’importante è capire che in questo modo fate intrattenimento, non informazione. Ogni tanto l’ho fatto anch’io il polemico: basta essere consapevoli di quello che si ottiene. Quando litigate con questi Palloni Gonfiati dove volete arrivare?
8 ) La cosa più utile è continuare a fare pubblicamente è quello che già molti di voi fanno benissimo: condividere analisi e informazioni accurate con chi vi segue, stabilendo voi la scansione di temi e tagli senza rincorrere le agende altrui. In pratica: parlare di quello che conoscete bene, trasmettere la vostra passione nei tempi e modi che vi risultano più congeniali, chiarendo le idee a molti, coinvolgendo un target ricettivo e fornendo strumenti utili anche a chi per lavoro racconta questi argomenti ad altri. Il vostro impatto sarà probabilmente superiore a quello che immaginate, anche in termini numerici.
9) Tutto questo non significa ovviamente rinunciare alla dialettica o polemica scientifica, che sono fondamentali e possono essere anche virulente, come insegna la storia della scienza. Bisogna però farlo nelle sedi opportune. Se tizio o caia insegnano all’università e sparano continuamente evidenti baggianate fatevi piuttosto un dossier da sventolare loro in faccia al primo meeting scientifico, oppure da appendere alla bacheca della facoltà o fare girare nelle sedi professionali opportune. La caratura scientifica internazionale di questi personaggi è in genere bassa, anche se pubblicamente appiano larger than life. Se poi ritenete che persone che praticano il bullismo (a volte non solo nei social), magari dotate di dubbie competenze scientifiche non dovrebbero avere un posto accademico beh, siamo tutti d’accordo ma il problema è da risolversi nell’accademia, non sui social.
10) Può capitare nonostante tutto di essere citati, sbeffeggiati o coinvolti direttamente da qualche Pallone Gonfiato Pandemico senza averli provocati. Fa parte della strategia. Il Pallone Gonfiato Pandemico ha bisogno continuamente di avversari per intrattenere il suo pubblico. Non cascateci a pera, con il rischio di fare il loro gioco ed entrare nel ring. Se ci sono gli estremi di diffamazione, attivate direttamente le vie legali senza pubblicizzarlo: vi stupireste a sentire quanti di questi fenomeni, anche di quelli con cui litigate attualmente, sono diventati agnellini dopo una richiesta di risarcimento. Se dovete proprio controbattere, fatelo con stile, a mente fredda, mostrando superiorità, senza rispondere direttamente. Per quanto riguarda infine l’opinione dei colleghi che leggono i social, considerata la reputazione lillipuziana di cui molti Palloni Gonfiati godono nella comunità scientifica, i loro attacchi non dovrebbero essere un grave danno di immagine, anzi.
PS: A scanso di equivoci, quello che segue non è una critica verso la succitata categoria di volenterosi ricercatori che si sono adoperati per informare davvero e in modo efficace, e a cui va il mio ringraziamento. Al contrario, serva ai volenterosi per evitare di infognarsi, anche in buona fede, in tunnel comunicativi di cui sono i primi a dolersi.