Gonfiamento programmato (e non si parla di seni)
Per i giornalisti è un’abitudine, ma quando lo racconto nei miei seminari, i ricercatori di solito sgranano gli occhi.
Il fatto è questo: gli uffici stampa di tutte le riviste scientifiche più importanti, quelle dove tutti sognano di piazzare i loro papers, inviano regolarmente ai giornalisti comunicati stampa in cui pubblicizzano uno o più ricerche in via di pubblicazione.
Vi siete chiesti come mai avete ricevuto quella strana telefonata dal giornalista, anche se non avete mai contattato la stampa, e addirittura il vostro agognato paper non è ancora uscito? Ebbene, ora lo sapete. E’ la rivista che ha contattato i giornalisti al posto vostro, che vi piaccia o no.
Quello di Nature è manco a dirsi, l’ufficio stampa di gran lunga più attivo, almeno a giudicare dalle mail che ricevo.
E proprio oggi, in calce all’ ultimo comunicato stampa della rivista britannica ho trovato un’avvertenza esilerante e sconcertante allo stesso tempo:
HYPE: We take great care not to hype the papers mentioned on our press releases, but are sometimes accused of doing so. If you ever consider that a story has been hyped, please do not hesitate to contact us at press@nature.com, citing the specific example.
Tradotto liberamente e in soldoni dal gergo giornalistico, significa: “Di solito cerchiamo di non gonfiare le notizie che diamo nei nostri comunicati. Tuttavia, se pensate che una delle nostre notizie sia gonfiata, fatecelo sapere”.
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Nella foto: un esempio di gonfiamento programmato
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Insomma, una specie di disclaimer anti-bufala. La cosa spiazzante è che stiamo parlando della più importante e prestigiosa rivista scientifica, nella cui redazione lavorano i migliori professionisti della comunicazione specialistica: da una fonte affidabile e prestigiosa di questo genere ci si aspetta tutto tranne che escano notizie gonfiate.
E’ un pò come se comprando il televisore nuovo trovaste scritto sul manuale:
“Caro Cliente, ci sforziamo di produrre televisori funzionanti e sicuri. Se però lo schermo dovesse esplodere mentre state stravaccati sul divano a guardare la partita, please ce lo faccia sapere“.
D’accordo, verificare le notizie è prerogativa del buon giornalista. Però voglio proprio vedere quanti giornalisti “medi” arriverebbero a scoprire da soli che l’ultimo risultato sui protoni paraschioppali sinciziali pubblicato su Nature (fonte affidabile e prestigiosa) è una notizia insufflata stile “pesce palla”.
Comunque ho già in mente il mio personale disclaimer anti-anti-bufala per il mio prossimo articolo, se parlerò di una ricerca pubblicizzata da Nature:
“Caro lettore, ho fatto del mio meglio per scrivere notizie accurate e veritiere. Se consideri che questa notizia sia una bufala, ti prego di farmelo sapere, così lo farò sapere a Nature.”