Biopop: la scienza come non l’avete mai discussa
Da domani e per due giorni la piazza di Delft, ridente cittadina olandese, diventerà punto di incontro per parlare di biotecnologie e scienze della vita insieme ad un gruppo di giovani ricercatori di tutta europa.
Si tratta , dopo quello di Bologna dell’ottobre scorso, che ha registrato un successo di pubblico, del secondo appuntamento di BioPOP, progetto condotto da un consorzio di giovani scienziati finanziato dalla Commissione Europea. Lo scopo è portare nelle piazze europee il dialogo tra scienziati e cittadini sulle Scienze della Vita e le Biotecnologie.
La guida del progetto c’è affidata a llAssociazione Nazionale dei Biotecnologi Italiani (ANBI), che coordinerà l’attività in cui sono coinvolte le analoghe associazioni di Francia, Germania, Olanda e Polonia.
Ho avuto occasione di lavorare con questo gruppo di giovanissimi (i più “vecchi” sono dottorandi) che con grande maturità hanno preso la decisione semplice ma innovativa di mettersi in gioco in prima persona, di discutere e di fare propri anche i dubbi e le istanze spesso legittime del pubblico nei confronti delle biotecnologie.
Chi entra dentro al tendone di Biopop, infatti, non trova soltanto la solita pletora di esperimenti con cui imparare qualcosa, ma si trova davanti agli stessi ricercatori, con cui volendo può discutere sui temi che più interessano: sicurezza alimentare, ambiente, OGM, biotecnologie per le cure di domani. La discussione non si ferma nella piazza, ma continua anche nel sito, dove si può entrare in contatto con gli stessi scienziati.
Saggiamente, i ragazzi di BioPOP non hanno voluto improvvisare nel rapporto con il pubblico e hanno chiesto aiuto a chi ne sa di più, preparandosi in vere e proprie sessioni di communication and media training (vedi foto accanto), nelle quali chi vi scrive ha avuto il piacere di essere coinvolto come insegnante insieme a esperti di comunicazione scientifica di tutta europa. Ho poi aderito volentieri alla loro richiesta di fare parte di un piccolo gruppo di advisors -un media contact group composto da giornalisti scientifici italiani- per l’evento di Bologna, .
Tutte idee molto semplici, nulla di rivoluzionario. Ma personalmente vorrei vedere questi semplici principi applicati a molti altri progetti di comunicazione. Cosa che, vi assicuro, è soprendentemente rara, anche per molti mega-progetti europei dove i ricercatori vogliono o devono per forza improvvisarsi comunicatori. Sergio Pistoi