Il buco nero dell’informazione
“Ogni tanto mi sento come uno di quegli schiavi che costruivano le piramidi. Almeno loro dovevano studiare di meno.”
Me lo disse il mio vecchio amico Saverio, forse preso in un raro momento di sconforto. Sono passati cinque anni, forse anche più da quando parlavo con lui in un laboratorio di Frascati. Saverio è un fisico, una delle migliaia di persone, sparse in tutto il mondo, che in questi lunghi anni hanno lavorato alla costruzione dell’LHC, il Large Hadron Collider, l’esperimento che partirà finalmente il 10 Settembre prossimo. Saverio mi spiegò il compito della sua equipe: produrre e verificare l’allineamento perfetto di sottilissimi fili indispensabili ad un pezzo di uno dei rivelatori. Era un lavoro di una precisione certosina, per il quale i ricercatori avevano sviluppato e costruito macchine apposite, computer e software che forse un giorno avrebbero avuto ricadute anche in altri campi. E tutto per costruire un piccolo pezzo del puzzle che avrebbe preso forma a Ginevra. Mi trovavo in uno di quei frangenti in cui pensi che il tuo lavoro, in confronto, non è poi così duro. Quando, recentemente, è venuta fuori la bufala mediatica del buco nero, (una storia creata ad arte da un oscuro biochimico tedesco in cerca di notorietà secondo cui l’esperimento del LHC rischierebbe di creare un buco nero in grado di inghiottire la Terra) ho pensato alle risate un pò amare dei tanti che come Saverio hanno dedicato una parte importante della loro carriera, e della loro vita, a metter in piedi l’ LHC.Gli uffici stampa del CERN e un manipolo di istituzioni e media degni di questo nome si sono adoperati per fare chiarezza sulla vicenda, come è giusto che sia. La risposta più bella alla bufala, però, è il gustosissimo rap autoprodotto da giovani ricercatori del CERN che sta ormai spopolando su internet (vedi il video qui sotto). Difficilmente un ufficio stampa avrebbe potuto fare di meglio, anche sul piano divulgativo.A chi ha paura del buco nero consiglio di guardare fra le mura di casa nostra: non so se l’avete notato ma nel nostro Paese c’è già un enorme buco nero che risucchia nel nulla soldi, lavoro e talenti. C’è una forza oscura che annichilisce l’entusiasmo e la buona volontà di giovani e meno giovani, cacciando a pedate i meritevoli (emblematica la vicenda di Nello Martini) e premiando i mediocri. Il buco nero nostrano è un tremendo motore al contrario, alimentato dalla forza distruttrice della gerontocrazie e dei maneggi politici. Non rischierà forse di distruggere l’Umanità, ma di sicuro sta affondando un intero paese e sta annientando le speranze di un’intera generazione, costretta a fare le valige per concludere qualcosa di buono.Il 10 settembre è un grande giorno per i tanti che hanno dedicato una parte consistente della loro carriera, e della loro, vita, a mettere in piedi l’LHC. A loro è dedicato questo post e l’augurio di questo blogger.